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2011: Vuoto normativo del piano spiaggia a Cattolica

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Tratto da Il Resto del Carlino di Rimini del 31 dicembre 2010

L’anno di Cattolica si chiude con la nota crisi politica che da un mese a questa parte ha azzerato l’amministrazione comunale portando a palazzo Mancini un commissario prefettizio. E nella bufera politica ci è finito pure il piano spiaggia. Strumento urbanistico per ridisegnare e riorganizzare il futuro sviluppo della spiaggia cattolichina. Proprio oggi 31 dicembre, dopo 10 anni, scade il piano spiaggia dell’era Micucci ma, mancando consiglio comunale ed amministrazione, di fatto tale strumento decadrà senza alcuna discussione politica per un suo rinnovo, lasciando così un vuoto normativo nello sviluppo economico cittadino. Gli stessi bagnini, in attesa di tante risposte legislative anche da Stato e Regioni, hanno atteso in silenzio in questi mesi sperando che qualcosa accadesse in positivo, ma non è stato così. Ed ora? “Purtroppo Cattolica ha bisogno di ben altre risposte – spiega Giovanni Ruggeri, segretario Confartigianato di Cattolica (che accorpa gran parte dei bagnini cattolichini) – e senza piano spiaggia si perderanno almeno altri due anni. Il prossimo ed almeno quello successivo per la programmazione. Tante le idee sul tavolo ma soprattutto non possiamo permetterci di lasciare in questo stato il lungomare che è rimasto a questo punto l’ultimo tassello, inevitabile, per la Cattolica del futuro”. Un lungomare dove però non accadrà nulla per almeno tutto il 2011. Dunque nella prossima campagna elettorale ci finirà inevitabilmente anche questo problema, che per lo sviluppo futuro della città potrebbe essere pure un’opportunità.

di Luca Pizzagalli

La Fsii “bussa” alla cassa di Palazzo Mancini

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Una storia infinità! Parliamo della Parco Navi spa che ormai “perseguita” Cattolica dall’altro millennio. Una operazione che, sulla carta, doveva rilanciare una ex colonia che era un vero e proprio “buco nero” per Cattolica, e che nel tempo si è rivelata un “buco nero” per il bilancio comunale. Un’altra “micucciata”, se vogliamo, ma che senza Micucci non si regge più in piedi. Per chi ha buona memoria doveva essere un bene comunale, ora è privato (per ancora una quarantina d’anni), con non poche “cambiali” a carico dell’amministrazione. Ricordiamo i tentativi di rendere edificabile parte del parcheggio. Problema che ancora esiste sotto forma di trasferimento di diritti edificatori in altra zona della città.

CATTOLICA – (epi) Forse perché arrivata in Protocollo lo stesso giorno della presentazione della mozione di sfiducia contro il sindaco, lo scorso 22 ottobre, ma il “sollecito di pagamento” presentato dalla Fssi (Finanziaria Saccarifera Italo Iberica spa) di Cesena riapre il capitolo “Parco Navi“. Infatti la spa cesenate, forte di una sentenza del Tribunale di Rimini depositata nel febbraio del 2008, ha chiesto all’amministrazione comunale di pagare 563.351,18 euro (più gli interessi legali dall’aprile 2002 al momento del saldo) per il mancato acquisto, da parte del Comune, di 1080 azioni della Parco Navi spa per un valore di 1.090.800 lire; parliamo di lire poiché il contratto che legava il Comune all’acquisto delle azioni risale al maggio 1999. Era infatti accaduto che, in vista di un aumento di capitale di 5 miliardi (sempre di vecchie lire), il Comune – che ne aveva sottoscritto poco più della metà – chiese alla Fsii di acquistarne per un miliardo, con l’impegno, da parte della Giunta Micucci, di riacquistare le 1080 azioni. Inutile dire che il Comune non aveva adempiuto all’impegno. Da quel momento inizia un “balletto” di lettere e proposte, ma non c’era stato nulla da fare. La Fsii non aveva visto una lira, e neanche un euro. Poi, dopo 6 anni, arriva la sentenza che condanna il Comune a pagare, ma la Fsii deve consegnare le 1080 azioni di una spa che non esiste più. C’è il fondato rischio che presto a Palazzo Mancini arrivi l’ufficiale giudiziario per sequestrare qualche cosa che valga più di 600mila euro.

Comunicato stampa dei Verdi

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Alla luce di quello che stiamo leggendo sulla stampa locale ormai da tanti giorni, ci sentiamo, come Verdi, in quanto protagonisti di tante vicende della storia politica cattolichina, di sottolineare alcune cose. E’ sorprendente notare come nel trascorrere degli anni l’atteggiamento di quel partito che nell’ultima versione si chiama PD sia sempre e solo quello dell’arroganza. Ora agitano lo spettro di un complotto per portare le destre al comando della città (come Berlusconi si sentono, senza dirlo apertamente, in campagna elettorale), senza rendersi conto che la fossa se la stanno scavando dai tempi del sindaco Micucci e adesso, probabilmente, è abbastanza profonda per contenere i resti ormai inerti di un ex glorioso partito che tanto tempo fa è stato in grado di governare Cattolica in modo onorevole. L’incapacità attuale e pregressa di quello che oggi si chiama PD di dialogare con le altre forze politiche, seppur di sinistra, in quanto partito autoreferenziale in un modo così patologico da sfiorare l’autismo (tra l’altro unico esempio anche nel panorama locale) è il motivo per il quale i nostri governanti non riescono nemmeno a contemplare l’idea che qualcuno possa abbandonare una poltrona per dissenso e per incompatibilità di visioni politiche. E’ successo con noi, a suo tempo, sta accadendo adesso, con altri, e l’accusa è sempre la stessa: illealtà e tradimento. La stessa messa al bando, ostracistica, di lunedì sera nell’ennesina riunione capeggiata da Gobbi, di chi dissente, è, oltretutto, politicamente parlando,il segnale di un futuro isolamento del partito che non potrà più trovare alleati. Questi atteggiamenti sono stati il motivo (e loro non riescono a capirlo) del successo di un movimento politico come l’Arcobaleno; sono il motivo che ha portato alla richiesta (anche da dentro il PD) di atteggiamenti diversi, di un modo nuovo di fare politica, più condiviso, trasparente, leale: ma queste sono richieste che “l’elite” politica che tiene in mano la città non riuscirà mai a capire, perchè non ne ha gli strumenti e le capacità, perchè non possiede i fondamentali che stanno alla base del reale confronto democratico e del rispetto reciproco. Sull’operato della giunta Tamanti purtroppo non possiamo che esprimere una grande delusione, ma questa non è altro che l’ultima tappa di un lungo percorso costellato solo di bramosia del potere, rifiuto del confronto, di avidità negli affari e saccheggio del territorio e di inadeguatezza davanti alle richieste della città.

Written by Arcobaleno

ottobre 29, 2010 at 6:37 am