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Andrée Chedid voce immortale fusione di culture

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Tratto da La Voce del 8 febbraio 2011

Parigi – La scrittrice egiziana naturalizzata francese Andrée Chedid, romanziera poetessa dei “due Paesi” dal titolo di una sua raccolta, è morta domenica sera a Parigi all’età di 90 anni. L’annuncio della scomparsa è stato dato ieri dalla sua casa editrice parigina Flammarion. E’ la madre del cantante Louis Chedid e della pittrice Michel Chedid-Koltz e la nonna del cantante Matthieu Chedid. E’ autrice dei romanzi “Il sesto giorno” (1960) e “L’altro” (1969), entrambi portati al cinema. Autrice di una cinquantina di libri, carichi di umanesimo, Chedid ha saputo coniugare il suo attaccamento nativo all’Oriente con la grande tradizione culturale francese. Tra i suoi romanzi si ricordano “La città fertile” (1972), “I mercati di sabbia” (1981), “La casa senza radici” (1985) e “Il messaggio” (2000). Ha ricevuto numerosi premi letterari, tra i quali l’Aigle d’Or per la poesia (1972) e il Goncourt del romanzo per “I corpi e i tempi” (1979). Nata nel 1920 al Cairo da madre siriana e padre libanese cristiano, Andrée Chedid dal 1946 viveva a Parigi. Scriveva dall’età di 18 anni, esprimendo una cultura vivace e multietnica (ha studiato in Francia, si è laureata all’Università Americana de Il Cairo e ha vissuto alcuni anni in Libano prima di risiedere nuovamente in Francia). Le sue opere sono caratterizzate da uno sguardo lucido e penetrante sulla condizione umana, sui legami che l’individuo tesse con il mondo. La sua scrittura è straordinariamente sfaccettata: fastosa e sensuale nell’evocazione dell’Oriente, intima quando sfiora il mistero dell’umano esistere, aspra e graffiante nel descrivere la tragedia dei conflitti, primo tra tutti la guerra civile in Libano. Della sua ricca produzione fanno parte poesie, romanzi, racconti per bambini e testi teatrali. La sua produzione in versi è raccolta nei due volumi “Testi per un poema” (1949-1970) e “Poemi per un testo” (1970-1991).

Odio la sinistra

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Dal Blog di Grillo:

Odio la Sinistra,
odio la Sinistra dei cantori del nulla ideologico,
dei moralisti, degli intellettuali, dei filosofi
impegnata sempre a impartire lezioni.
Odio la Sinistra delle trattative sotto il tavolo,
degli inciuci, dei silenzi, delle votazioni in aula per l’indulto
e dell’assenza dall’aula per lo Scudo Fiscale.
Odio la Sinistra che ha trasformato l’opposizione in una caricatura,
la Sinistra autoreferenziale che non tollera nessuno alla sua sinistra e dialoga con mafiosi e piduisti.
Odio le ottusità e le furbizie della Sinistra, il distacco dagli operai, dai precari,
l’altezzosità dei suoi giornalisti maestri del pensiero unico.
Odio la Sinistra che ha dimenticato gli operai, i precari, i disoccupati,
la Sinistra dei sindacati scomparsi, quella degli inceneritori, dell’acqua privata,
del nucleare sicuro e dei parlamentari che maturano la pensione dopo due anni e mezzo.
Odio la Sinistra dei tesorieri di partito che incassa centinaia di milioni di rimborsi elettorali
e che organizza feste di partito tutto l’anno.
Odio la Sinistra che non è più comunista, né socialista e neppure socialdemocratica,
la Sinistra che candida De Luca in Campania e Carra in Parlamento e che elogia Tronchetti e Marchionne.
Odio la Sinistra che attacca in pubblico Berlusconi e che gli ha regalato televisioni,
ricchezza, impunità e che non ha mai fatto una legge sul conflitto di interessi,
la Sinistra che fa 10 domande su Noemi e la D’Addario per un’intera estate
e che per 15 anni non ne fa una sui mandanti della morte di Borsellino.
Odio la Sinistra che ha dimenticato Pasolini, Berlinguer, Pertini e che vuole riabilitare Craxi,
la Sinistra che se non sei di sinistra sei di destra e se sei di sinistra devi fare una coalizione delle forze progressiste.
Odio la Sinistra che si nutre di berlusconismo e di anti berlusconismo per sopravvivere,
la Sinistra che non discute mai di programmi,
ma di persone, avversari, equilibri, poltrone, percentuali di voto, candidati.
Odio la Sinistra della TAV, della base americana di Dal Molin e delle sue cooperative del cemento,
la Sinistra del “Lavoro, lavoro, lavoro!” di Fassino e sua moglie mantenuti in Parlamento da generazioni di italiani.
Odio la Sinistra dei consigli regionali in galera per tangenti, della Campania trasformata in discarica da Bassolino,
dei “termovalorizzatori” di Chiamparino, della spocchia dei funzionari di partito.
Odio la Sinistra dei richelieu da strapazzo che costruiscono alleanze e coalizioni nell’ombra.
Odio la Sinistra che, per non perdere voti, soffoca i movimenti dei cittadini nel suo recinto razionale e riformista
dove pascolano le vacche sacre con la barba bianca e, se non ci riesce, ne inventa di fasulli per occupare uno spazio politico.
Odio la Sinistra, così come la Destra, per la loro capacità di togliere ossigeno alle idee,
per la divisione dei cittadini in fazioni una contro l’altra armata con i politici a fare da arbitro,
per la distruzione della sola idea di un futuro.

La bellezza di una donna!

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La disponibilità per ascoltare.
La pazienza per capire.
La forza per sostenere.
L’amore nel prendersi cura,
per il solo piacere di vivere.
Quella è la bellezza di una donna.

Felice Festa della Donna!

Written by Arcobaleno

marzo 8, 2010 at 3:08 PM

Nei ghetti d’Italia questo non è un uomo | Adriano Sofri

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Di nuovo, considerate di nuovo
Se questo è un uomo.
Come un rospo a Gennaio,
Che si avvia quando è buio e nebbia
E torna quando è nebbia e buio,
Che stramazza a un ciglio di strada,
Odora di Kiwi e arance di Natale,
Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,
Che contende ai topi la sua cena,
Che ha due ciabatte di scorta,
Una domanda d’asilo,
Una laurea in ingegneria, una fotografia,
E le nasconde sotto i cartoni,
E dorme sui cartoni della Rognetta,
Sotto un tetto d’amianto,
O senza tetto,
Fa il fuoco con la monnezza,
Che se ne sta al posto suo,
In nessun posto,
E se ne sbuca, dopo il tiro a segno,
“Ha sbagliato!”,
Certo che ha sbagliato
L’Uomo Nero
Della miseria, nera,
Del lavoro nero, e da Milano,
Per l’elemosina di un’attenuante
Scrivono grande: NEGRO,
Scartato da un caporale,
Sputato da un povero cristo locale,
Picchiato dai suoi padroni,
Braccato dai loro cani,
Che invidia i vostri cani,
Che invidia la galera
(Un buon pasto per impiccarsi)
Che piscia coi cani,
Che azzanna i cani senza padrone,
Che vive tra un No e un No,
Tra un Comune commissariato per mafia
E un Centro di Ultima Accoglienza,
E quando muore, una colletta
Dei suoi fratelli e un euro all’ora
Lo rimanda oltre il mare, oltre il deserto
Alla sua terra – “A quel paese!”
Meditate che questo è stato,
Che questo è ora,
Che Stato è questo,
Rileggete i vostri saggetti sul Problema
Voi che adottate a distanza
Di sicurezza, in Congo, in Guatemala,
E scrivete al calduccio, né di qua né di là,
Né bontà, roba da Caritas, né
Brutalità, roba da affari interni,
Tiepidi, come una berretta di notte,
E distogliete gli occhi da questa
Che non è una donna
Da questo che non è un uomo
Che non ha una donna
E i figli, se ha figli, sono distanti,
E pregate di nuovo che i vostri nati
Non torcano il viso da voi.

di Adriano Sofri

Written by Arcobaleno

gennaio 13, 2010 at 11:40 PM

Bardeggia Guerrino: Pittore, scultore e poeta

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Guerrino Bardeggia

Opera inedita di Guerrino Bardeggia

 

Tratto da La Voce del 5 Gennaio 2009

Cattolica: Sono passati 5 anni dalla scomparsa di Guerrino Bardeggia, pittore, scultore e poeta nato a Gabicce nel ’37. Rifiutava il confine regionale del Tavollo che lo definiva marchigiano. Si sentiva molto romagnolo anche per la sua vita relazionale che gravitava nel riminese. Era quindi un “marchignolo”. In realtà diventa arduo dare dei confini, anche se solo territoriali, a un artista che è trascendenza a prescindere. Libertà pura. La sua arte si è cimentata in tematiche galattiche che spaziano dalle espressioni più fragili della natura come la lumaca o il passerotto a quelle più epiche, delle sofferte Vie Crucis. L’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande convivono nelle sue opere nel modo più naturale. Le sue opere suscitano emozioni forti che portano l’osservatore a interloquire con la parte più profonda della propria interiorità. In un dialogo non facile. Guerrino Bardeggia ha indagato quasi chirurgicamente le pieghe dell’anima e le ha portate a un’espressione di potente drammaticità. Sempre nella ricerca quasi mistica della verità. Sue opere sono esposte nei nazionali e i grandi cicli esistenziali, religiosi e letterari continuano ad animare dibattiti culturali e artistici, ancora a 5 anni dalla sua morte. L’estate scorsa, visitatissima la mostra “Iconografia dell’anima”, nella chiesa di Portoverde a Misano mentre a Frontino di Montefeltro, i visitatori potevano ammirare la rassegna “Echi di natura”. In Settembre, nel Convento di Montefiorentino (PU), il tema della maternità spesso idealizzato nella forma di Madonna con Bambino, dominava la mostra “La luce dell’enigma”. Dal 3 al 6 Dicembre, a Rimini, per il salone della Giustizia, Filippo Berselli ha voluto portare in mostra il ciclo pittori e l’Inferno di Dante per la chiara analogia del tema “dei delitti e delle pene”, che hanno interessato e mosso l’azioni un tempo del somma del sommo poeta e ora, della magistratura. La mostra ha dato visibilità a quest’opera di Bardeggia la cui vita e la cui opera sono state contrassegnate da un’altissima tensione morale e da un generoso impegno civile.

Comune di Cattolica

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IL_BUCO
Buco lì, buco là
buche in tutta la città.
Se il marciapiede è una gruviera
la strada è una mulattiera.
Ma a farci stare al gancio
sono i buchi di bilancio…
C’è tanto ancora, si potrebbe andare avanti,
ahinoi! questa è la città del Pd-Tamanti.
(continua…)

by MOCE

Written by Arcobaleno

settembre 23, 2009 at 10:51 PM