Arcobaleno Cattolica

Legalità, Trasparenza, Partecipazione, Solidarietà

Archive for gennaio 14th, 2010

Il nastro bianco e Soul Kitchen nelle sale Astra d’essai e nel salone Snaporaz

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Gentili soci

vi aggiorno sulla programmazione delle sale astra d’essai di misano e del salone snaporaz di cattolica degli amici di Toby Dammit, dove rimarrà per la seconda settimana consecutiva SOUL KITCHEN, PROBABILMENTE LA MIGLIORE COMMEDIA DELL’ANNO:

ASTRA
sabato 16 ore 21.15
domenica 17 ore 21.15
lunedì 18 ore 21.15
martedì 19 ore 21.15
mercoledì 20 ore 21.15

VINCITORE DI CANNES 2009
Il nastro bianco
Un film di Michael Haneke. Con Christian Friedel, Leonie Benesch, Drammatico, b/n durata 144 min. – Austria, Francia, Germania 2009.
trailer

Un villaggio protestante nel nord della Germania. Anni 1913-1914. La vita si presenta con i ritmi delle stagioni e con la sua monotona ripetitività. Fino a quando accade un fatto inspiegabile: il medico si frattura gravemente una spalla in seguito a una caduta da cavallo dovuta a un filo solido ma invisibile teso sul suo percorso. A raccontare gli avvenimenti è la voce di un anziano: all’epoca dei fatti era l’istitutore arrivato in loco da un paese non troppo lontano. L’attentato al medico però non resta isolato. Altri eventi si susseguiranno sotto lo sguardo attento e misterioso dei bambini delle varie famiglie.
Haneke continua lucidamente e implacabilmente la sua analisi delle relazioni tra gli esseri umani decidendo, in questa occasione, di incentrare la sua attenzione su un microcosmo che assurge a laboratorio del futuro della Germania. Grazie a un bianco e nero bergmaniano il regista austriaco costruisce un clima di opprimente attesa. Ciò che gli interessa non è la detection (scoprire chi sta all’origine degli inattesi episodi di violenza) quanto piuttosto riflettere su una società che sta ponendo a dimora i semi che il nazismo, dopo la Prima Guerra Mondiale, farà fruttificare.
Le relazioni tra gli adulti e tra questi e i bambini sono quanto di più algido e privo di un senso di umanità vera si possa concepire. Nei personaggi del Medico, del Pastore e del Barone si concretizzano tre modi di esercitare l’autorità e il sopruso (in particolare nei confronti della donna) che forniscono un modello da amare/odiare per i più piccoli. I quali finiscono con l’introiettare la violenza che domina la società, per quanto apparentemente celata dalle convenzioni. Il nastro bianco che il Pastore impone ai figli più grandi dovrebbe simboleggiare la necessità, per loro, di raggiungere una purezza che dovrebbe coincidere con l’acquisita maturità. Di fatto in quel piccolo mondo, in cui solo l’istitutore e la sua timida e consapevole innamorata, sembrano credere nella positività della vita il disprezzo domina. Non passeranno molti anni e quei nastri bianchi si trasformeranno in stelle di Davide. Ad appuntarli sul petto delle nuove vittime saranno proprio quegli ex bambini.

SNAPORAZ
venerdì 15 ore 21.00 – 23.00
sabato 16 ore 16.00 – 18.00 – 21.00 – 23.00
domenica 17 ore 16.00 – 18.00 – 21.00 – 23.00
lunedì 18 ore 21.00 – 23.00

Soul Kitchen
Un film di Fatih Akin. Con Adam Bousdoukos, Moritz Bleibtreu, Commedia, durata 99 min. – Germania 2009.

Bilingue, biculturale, con due nazionalità due, turca per gli avi e tedesca per i figli, Fatih Akin è oggi anche un regista bi-genere: dopo averci conquistato col melò della Sposa turca di fassbinderiana memoria, ci dimostra che sa fare anche la commedia, che è ben più difficile. Ci riesce e fa ridere assai, non negandosi nulla e prendendo alcune scorciatoie di sicuro effetto comico, dall’ identikit socio geografico del quartiere industriale della «sua» Amburgo a gag di indicazioni contro il fisco e il mal di schiena; un capitolo, i guaritori di discopatia, vissuto dall’ autore, è neo realismo puro. Il film è stato scritto con l’ amico sceneggiatore e attore capellone Adam Bousdoukos, nei panni del greco Zinos, che gestisce un ristorante in zona da riconversione modaiola, preso di mira da un furbetto del quartierino che è anche un ex compagno di scuola. Mentre la fidanzata parte per Shanghai e il fratellino malvivente (magnifico Moritz Bleibtreu) va in libertà vigilata volendo risistemarsi in famiglia e in società, l’ affare s’ ingrossa. Il ristorante gestito da un nuovo chef diventa di tendenza, nouvelle cuisine. Molti nemici all’ orizzonte: tasse e gioco d’ azzardo, ernia del disco e speculazione edilizia, ci vorrà l’ exploit del cuoco geniale. Un lieto fine grosso come una casa risolve tutto, come Commedia vuole, vedi l’ esempio di Ken Loach. Il film di Akin ha un ritmo da caterpillar della risata con trovate raffinate e/o dozzinali a incastro, doppio binario sul ritmo del famoso pezzo dei Doors che sta nel titolo, ma non nella colonna sonora per elevato costo dei diritti. I diritti umani, filosofici, culturali di un’ epoca, quelli però sono gratis e Akin mostra di saperli sfruttare, equiparando l’ anima della cucina a quella della musica soul, patrimonio dell’ Amburgo post hamburger, metropoli mista in evoluzione, dove Akin è cresciuto, un colpo al palato e uno all’ udito. Un messaggino facile di speranza (da non cancellare) è chiuso in ostaggio nel finale della commedia da gag iper calcolati ottenendo così con ritmo da ottovolante premi e plausi alla Mostra di Venezia, dove ridere è quasi vietato. Accomodandosi nel film, anzi stravaccandosi senza bon ton, si mangia bene e con molto colesterolo e si ride uguale. Si spera che tutto ciò, parte di memorie goliardiche ritrovate dell’ autore, serva a caricare le batterie pure sul versante drammatico, dato che la bellissima Anna Bederke, cameriera, fa Faust di cognome e difficile credere che sia un caso.
Da Il Corriere della Sera, 8 gennaio 2010