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Allarme gas, fuga da Palazzo Mancini

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Tratto da La Voce del 16 Gennaio 2010

CATTOLICA –  Un gas “misterioso” ieri mattina ha letteralmente svuotato Palazzo Mancini. A metà mattinata c’è stata come una “grande fuga”, tra colpi di tosse e occhi arrossati. Ecco il racconto di chi si trovava sul posto, costretta anche lei a fuggire in strada.

Ieri mattina, tra le ore 11 e 11.30, nel palazzo municipale si è manifestato uno strano e preoccupante fenomeno: le persone che si trovavano al primo piano del palazzo comunale sono state colte improvvisamente da violenti attacchi di tosse. Entrando nella segreteria del sindaco si è notato che due ragazze in attesa nel corridoio, tossivano convulsamente in sincronia. E’ venuto da pensare: “Ma che brutta tosse! Dovrebbero stare a casa a curarsi. Così contagiano tutti…”. Poi nella segreteria è entrato, tossendo, Marco Nanni. Chiusa la porta, si sentiva provenire dal corridoio un vero “concerto” di colpi di tosse. Un tossire comune e senza sosta, scatenato solitamente dal fumo degli incendi, in evidente situazione di insufficienza respiratoria. Un impiegata, da un ufficio vicino, è entrata in segreteria con occhi rossi e tosse insopprimibile. Si è capito che non si trattava di una concentrazione di persone affette da mali di stagione. Il presidente del Consiglio, Antonio Ruggeri, arrivato in segreteria si è reso conto dello strano fenomeno e ha chiamato, dal settore Ambiente, Mario Sala, dottore in scienze forestali e ambientali. Sala, constatato il malessere fisico generale delle persone presenti, ha fatto evacuare il primo piano di Palazzo Mancini e chiamato i vigili del fuoco per una verifica ambientale. Informata anche la Usl di Riccione e richiesto l’intervento di Fabio Canavese, responsabile del settore di Igiene Pubblica.

Sembrava che la massima concentrazione del fenomeno tossico fosse davanti all’ufficio del segretario comunale, con finestre sul fronte del palazzo. Il segretario, Saracino, ha poi raccontato che, avvertendo qualche bruciore alla gola, avesse aperto una finestra, ma, a quel punto, fosse stato ancora peggio. Meglio uscire nel corridoio che respirare l’aria proveniente da fuori.

Nelle due ore di evacuazione che sono seguite, tutti i dipendenti del primo piano e alcuni degli altri due, sono rimasti al piano terra vicino ai due ingressi, quello principale e quello di servizio, non sapendo se era meglio stare dentro o fuori. Infatti da dove proveniva quello che ormai si definiva un “gas tossico”, responsabile di quella strana tosse e anche di bruciori agli occhi e sensi di nausea?

Fuori era molto freddo e anche nell’atrio si gelava. In attesa di sapere qualcosa di più preciso si facevano varie ipotesi: sostanze allergiche nei prodotti di pulizia? Scherzo di carnevale di cattivo gusto? Attentato bioterroristico? Qualcuno ha ricordato un fenomeno analogo verificatosi in una scuola di Pesaro prima di Natale… Però il sospetto più comune della causa del misterioso fenomeno ricadeva sullo smontaggio della pista di ghiaccio (in piazza, proprio sotto le finestre di Palazzo Mancini): che fossero state usate sostanze tossiche per accellerare lo scongelamento del ghiaccio. Mario Sala era infatti andato subito a interpellare gli operai occupati ormai nella fase finale di quella operazione iniziata il giorno precedente. Ha chiesto se avessero usato cloro o solventi veloci, visto che era molto freddo. Loro hanno risposto che avevano usato “solo” liquido antigelo. Che è un prodotto al 90% di glicole etilenico. I vigili del fuoco, insieme a Sala e al comandante dei vigili urbani, Ruggiero, hanno fatto un sopralluogo al primo piano con un rilevatore di ossigeno. Il tester ha riferito soltanto di una quantità sufficiente di ossigeno negli ambienti, (che però nel frattempo erano stati in parte aerati dagli impiegati prima di scendere al piano terra). Il tester a disposizione dei vigili non era comunque in grado di rilevare la presenza di altri tipi di gas. Probabilmente, qualcosa di più preciso, si sarebbe potuto sapere dai rilevatori dell’inquinamento ambientale che usano le centraline mobili dell’Arpa. Chissà…

Ieri mattina non erano presenti né il sindaco, né il vicesindaco, e l’emergenza “gas tossico” è stata gestita prima da Mario Sala e poi da Fabio Canavese, il quale ha dichiarato di volere comunque andare a fondo alla faccenda. A tale scopo ha richiesto all’amministrazione comunale tutta la documentazione relativa all’impianto della pista di ghiaccio. In particolare vuole approfondire la metodologia della rimozione del ghiaccio, operazione che potrebbe aver causato la violenta irritazione alle vie respiratorie e le sensazioni di nausea percepite dai presenti.

di Wilma Galluzzi